Falvaterra "IL PIZZONE"
Falvaterra "IL PIZZONE"
Il nostro piccolo paese Falvaterra, non finisce di sorprenderci, abbiamo trovato tracce di usanze del passato simpatiche, una di queste consentiva alle coppie che avevano appena celebrato il matrimonio di scambiarsi il primo bacio all'esterno della chiesa di Santa M. Maggiore ed esattamente nel luogo detto il pizzone, con giubilo di parenti ed amici.
Un'altra curiosa ed interessante stratagemma era quello che usavano gli innamorati di scambiarsi effusioni, peraltro vietate, utilizzando un bel trucchetto: tramite amiche, la innamorata e viceversa tramite amici l'innamorato, faceva sapere che avrebbe raggiunto il paese se veniva dal basso, passando per la via di Pescogrande, detto "piscutranne", e così si incontravano lungo il tratto poco abitato che da porta Zingata si congiunge con piazza Benedetti.
Tale via denominata via del forno vecchio, consentiva protetta da sguardi indiscreti, di scambiarsi pensieri e anche un contatto fisico altrimenti proibito all'epoca. L'amore non ha e non aveva ostacoli anche in passato.
Anche oggi le coppie appena sposate usano fare le foto nel borgo e inconsapevolmente spesso si mettono in posa e si scambiano in bacio proprio al pizzone.
Manteniamo memoria di un tempo passato forse più bello ed interessante del presente
Ho suggerito al sindaco di rinominare tale via "La via dell'amore"
sarebbe un tesoro aggiunto del nostro piccolo borgo. Mentre già oggi le coppie appena sposate usano fare le foto nel borgo e inconsapevolmente spesso si mettono in posa e si scambiano un bacio proprio al pizzone.
Manteniamo memoria di un tempo passato forse più bello ed interessante del presente.
Sotto il campanile di Santa Maria Maggiore sono nati e cresciuti donne e uomini onesti e illustri, devoti e santi; sono sbocciate tante vocazioni sacerdotali, monastiche e di speciale consacrazione; all'ombra di questo campanile tante famiglie hanno con-sacrato il loro amore davanti a Dio ringraziandolo a distanza di 25, 50 e 60 anni di vi-ta matrimoniale. Una chiesa viva soprattutto con la presenza dei giovani, delle Con-fraternite, dell'Azione Cattolica. Una chiesa viva dove il culto eucaristico e quello mariano sono stati perno del cammino spirituale. Una chiesa viva in cui la carità, l'accoglienza, la solidarietà sono state uno stile comunitario encomiabile.
Circolare Vescovile del 15 Marzo 1910 e uno stralcio delle informazioni fornite da Mons. D'Ambrogi al Vescovo
1910 - PARROCCHIA DI FALVATERRA
Parroco Mons. Amato D'Ambrogi
Amato D'Ambrogi nacque a Veroli da Saverio D'Ambrogi e Santa Andreozzi. Dal 1897 al 1934 fu Parroco di santa Maria Maggiore. È stato il parroco che forse più de-gli altri ci ha lasciato tracce della sua attività e del suo amore per la comunità
Falvaterrana. La statua del Redentore, sopra l'altare maggiore, porta la scritta: Anno 1932 - A divozione del Popolo e cooperazione dell'Arciprete D. Amato D'Ambrogi di Falva-terra
Inoltre, durante la sua permanenza, nel 1910 il 23 Settembre avvenne la Consacra-zione della chiesa e ci fu una prima Visita Apostolica del Vescovo il quale (con una circolare del Marzo 1910) chiedeva al parroco un rilevamento accurato della situa-zione della Parrocchia: dati statistici sulla popolazione, attività pastorali, associazioni religiose, rendite della Chiesa e delle altre Chiese minori di Falvaterra, feste e ricor-renze, reliquie, tipo e costo dei funerali, arredi sacri, registri, ecc.
Riportiamo qui di seguito la Circolare Vescovile del 15 Marzo 1910 e uno stralcio delle informazioni fornite da Mons. D'Ambrogi al Vescovo che ci danno un quadro della partecipazione attiva della popolazione alla vita religiosa in quei tempi; ripor-tiamo inoltre, a seguire, la lettera del Vescovo a seguito della seconda visita canonica del 11 Ottobre 1925, che ci permette di comprendere meglio il contesto storico dell'anno in cui si consacrò la Chiesa e inoltre della figura sacerdotale e pastorale di questo parroco.
CIRCOLARE VESCOVILE 15 Marzo 1910
In conformità dell'editto, col quale abbiamo annunziata la nostra prima visita pasto-rale, ci è grato comunicare a Voi, Dilettissimo e Venerabile nostro cooperatore nella cura delle anime, lo schema delle relazioni, che dovreste fornirci, ordiniamo pertan-to, in virtù di s. obbedienza, a V. S. M. Rev. che nello scorcio di due mesi, dalla data di questa circolare, vogliate mandare alla nostra curia la relazione coscienziosa e l'adeguata risposta a tutti i singoli quesiti, che Vi proponiamo.
Nella sicurezza che lo zelo di V.S. secondi la brama del nostro cuor, e ci agevoli l'adempimento dell'ufficio pastorale nella sacra visita, che siamo per intraprendere, v'impartiamo la pastorale benedizione.
Veroli 15 Marzo 1910 Luigi Fantozzi Vescovo
RELAZIONE AL VESCOVO
da parte Dell'Arciprete Parroco di Falvaterra 19 maggio 1910
Nel nome SS.mo di Dio
Così sia
Il sottoscritto Arciprete Parroco di S. Maria Maggiore in Falvaterra, coscienzio-samente, può dichiarare che il popolo di detto paese, affidato alle sue cure (fatta po-chissima eccezione, che dà a parlare un po' sulla condotta morale) è buono, è reli-gioso, è onesto. Frequenta i SS.mi sacramenti, accorre volenteroso e con piacere alle funzioni di Chiesa (che si fanno con proprietà) e specialmente nelle solennità del Na-tale e della Pasqua. Nell'esposizione poi del SS.mo Sacramento (in forma di qua-rant'ore, funzione posta dall'attuale arciprete fin dal 1898), interviene con entusia-smo e corre con devozione alla Chiesa. Per turno assistono ogni ora i fratelli di S. Sosio, le sorelle dell'Addolorata e le figlie di Maria.
È veramente una bella soddisfazione e grande consolazione per il Parroco, pensa-re che in quei giorni, mentre in tante città si motteggia l'onestà, si deride la devozione, si mette in ridicolo la religione, in Falvaterra si prega ed il sottoscritto può atte-stare che in quei giorni ha veduto, coi propri occhi, pregare in Chiesa persone che durante l'anno, sì o no, si sono accostate mai o quasi mai.
Il popolo di Falvaterra si presta e soccorre gl'indigenti, anche con questue
pubbliche, colle oblazioni (secondo la possibilità) aiuta il Parroco nel mantenimento del-la Chiesa, e tutto ciò si fa di bene spirituale in parrocchia, come funzione delle tre ore di agonia di N. Signore, SS. Spirituali Esercizi, SS. Missioni. Tutto ciò che esiste in Chiesa come arredi sacri ed altre suppellettili (sia detto a lode del vero) è tutta opera del popolo buono di Falvaterra.
In parrocchia non vi sono associazioni anticlericali, né circoli socialisti, né riunioni e né dimostrazioni sovversive.
Solamente è frequente, e specialmente tra le donne del popolo, la mormorazione e l'odio. Tra gli uomini del volgo, l'ubriachezza e la bestemmia come pure in tanti, un certo indifferentismo nelle cose religiose ed un attaccamento, un po' troppo spinto, nell'interesse e nei negozii temporali.
Una delle cose che non consento e che ormai neanche mi chiedono più è quella usanza di scambiarsi il primo bacio al termine della funzione religiosa di celebrazione del matrimonio, ovviamente ho suggerito di farlo all'esterno della chiesa. Ormai è diventata usanza farlo nel luogo cosiddetto "Pizzone" con giubilo dei parenti ed amici.
I giovani soprattutto le ragazze mi confessano di scambiarsi effusioni peraltro vietate, con l'innamorato/a utilizzando un bel trucchetto: tramite amiche, la innamorata e viceversa tramite amici l'innamorato, fa sapere che avrebbe raggiunto il paese se veniva dal basso, passando per la via di pescogrande, detto "piscutranne", e incontrandosi lungo il tratto poco abitato che da porta Zingata si congiunge con piazza Benedetti, direi che si tratta di cose passabili, che vanno assolutamente confessate e mi limito a raccomandare di essere moderati e rispettosi fino al matrimonio.
Ma il sottoscritto Parroco relativamente ai paesi circonvicini, per la grazia del Signore, per l'intercessione della SS.ma Vergine e dei Santi avvocati e protettori, è contentissimo e molto soddisfatto, come, nella maggioranza grande del suo popolo viene osservata la S. legge di Dio e della Chiesa. Un corso di SS. missioni (come si è detto nel capitolo precedente, le quali vi saranno nel prossimo futuro mese di Ottobre) sarà il mezzo più acconcio, anzi efficacissimo per riparare ai mali che ci sono.
19 Maggio 1910
Amato D'Ambrogi
Arciprete Parroco di Falvaterra