Trip advisor

Bed e breakfast casa mia
B&B Fabra
Via Colle Manno Superiore, 14, 03020 Falvaterra FR
Fabra vi ospita trà le colline boschive a ridosso dei Monti Ausoni in una zona isolata e tranquilla
Maggiori informazioni https://m.fabracasamiaenonsolo.com/


Bottega coquinaria

Ristorante  e Bar a Falvaterra  

Via santa Maria Maggiore - 03020 - Falvaterra (FR)  
Prenota un tavolo 
Lun: Chiuso
Mar: 08:00 - 15:00
Mer: 08:00 - 15:00
Gio: 08:00 - 15:00
Ven: 08:00 - 15:00
Sab: 08:00 - 15:00

Dom: 08:00 - 15:00

Nel borgo medievale di Falvaterra, in provincia di Frosinone: la Bottega Coquinaria ha una location suggestiva, tra le strade di sanpietrini e le abitazioni in pietra. Dietro ai fornelli si muove con disinvoltura Luca Cannizzaro, cepranese di 34 anni, che fa questo mestiere da quando ne aveva 18: già da piccolo si divertiva in cucina insieme alla nonna materna ciociara e al nonno paterno siciliano. Dopo l'alberghiero a Cassino, Luca ha sempre lavorato in Ciociaria, con orgoglio e dedizione 

Il menu dello chef Cannizzaro è snello, con un richiamo alle sue origini siciliane, come nella crema di melanzane, pomodori secchi e mollica tostata (9€), nell'utilizzo del cioccolato di Modica e delle mandorle per i dolci e nella sua cacio e pepe al pistacchio (9€). I primi sono gustosi, semplici e invitano l'ospite alla scoperta del territorio ciociaro e dell'Agro Pontino: Ricotta, alici e fondanello, Fondanello vaniglia e pecorino, Tartufo e burro alle nocciole (9€). Si prosegue con i secondi: bocconcini di manzo al cesanese (12€), Pane, hamburger e fantasia (hamburger di manzo, pane tostato, guanciale e pomodoro) o Agnello alle erbe aromatiche (12€).Clicca qui ed inizia a scrivere. Per approfondire aprite il sito sottostante:
 
https://bit.ly/3e8zSOu



Falvaterra Alimentari-Tabacchi Christine

Piazza Umberto 1°


Giro turistico

Falvaterra con la sua storia, le sue architetture medievali, i vicoli, le piazzette, la chiesa di Santa Maria Maggiore, le mura e il Torrione, è un pezzo di quel ricco patrimonio italiano, fatto di storia, cultura, ambiente e tradizioni, degno di entrare nella prestigiosa rete dell'associazione "I Borghi più belli d'Italia".

L'antico castello di Falvaterra, che si erge su di un colle che affaccia la pianura del fiume Sacco è considerato simbolo di quell'Italia nascosta, al di fuori dei circuiti e dai flussi tradizionali, che merita di essere valorizzato con un'operazione nazionale di promozione turistica integrata

L'amministrazione in collaborazione con l'Associazione culturale Fabrateria-Odv è da molti anni impegnata in attività promozionali e culturali e si ritrova al centro di importanti obiettivi di un'opera collettiva che non vuole solo tutelare e conservare il patrimonio di monumenti e memoria, che costituisce il mosaico di tipicità italiane, ma agisce per valorizzare la vitalità dei piccoli centri e premiare anche chi vi risiede, contrastandone il rischio di abbandono".

Il paese vede impegnate numerose Associazioni, la citata Associazione Fabrateria impegnata nella valorizzazione della cultura e delle tradizioni oltre alla valorizzazione dei beni culturali, la Pro Loco di Falvaterra che da più di 40 anni organizza numerose sagre e manifestazioni impegnando volontari che raccolgono molto spesso tante adesione e una grande risposta di pubblico. Altre Associazioni contribuiscono ad arricchire soprattutto le estati e i villeggianti.

FALVATERRA GUIDA al paese e STORIA

Il percorso nella storia di Fabrateria/Falvaterra è la ricostruzione del passato di un piccolo paese che si è ritrovato catapultato dentro la storia italiana in ragione della sua privilegiata posizione geografica, subendo l'influenza della vicina Roma, i fatti accaduti in questo paesino rappresentano in qualche modo la storia in miniatura dell'Italia. La comunità Falvaterrana, per tradizione orale, era costituita da gente semplice e orgogliosa, che viveva delle poche risorse di una terra rocciosa, unita tuttavia da uno spiccato senso solidaristico.

Giace Falvaterra, su di uno sperone dei monti Ausoni, a 279 metri sul livello del mare, in bella posizione dominante la vallata del Sacco, l'antico Trerus poi Tolero:

Visto dall'alto il centro storico si presenta con i tetti in coppi che lo avvicinano ad un borgo toscano, su di essi svetta la torre campanaria con l'orologio. Per il visitatore che giunge dalla provinciale da Ceprano, il paese appare, attraverso una fitta

vegetazione, su un colle circondato da mura. L'ingresso del paese è annunziato dal suo nome artisticamente composto con pietra calcare che si staglia sul lastricato nero che elegantemente prosegue fino alla piazza centrale del paese Piazza Umberto I, chiamata in passato e tuttora conosciuta come Piazza Valle, e nelle strade principali, alternato dalla raffigurazione di una stella bianca.

E' una piazza abbastanza vasta, con decorosi edifici ed una fontana dove una volta le donne andavano ad attingere l'acqua con le caratteristiche "cannate". Al centro della fontana una struttura simboleggia la solidarietà e l'amore. A sinistra un elegante porticato usato per i momenti di incontro o di riparo dalle intemperie.

L'accogliente e caratteristico Bar rappresenta il fulcro della vita del borgo dove ci si incontra e si socializza. Ricavata nel muro bastione del castello medioevale una bella grotta artistica costruita negli anni trenta con pietre provenienti dalle numerose grotte carsiche, rievoca l'apparizione della Madonna di Lourdes. Al di sotto una fontana sgorgante acqua dalla bocca di un leone, con vasca di raccolta modellata a forma di conchiglia. A destra osservando il bastione del Castello e, rasentandolo, si giunge a piazza Giulio Piccirilli, semicircolare, sorta su di un torrione della Rocca, al cui centro sorge il monumento ai caduti di tutte le guerre.

Da questo lato si apre una vista stupenda: in fondo la catena degli Appennini per molti mesi dell'anno con le cime coperte di neve, in basso la fertile pianura: Molti paesi si scorgono da questo belvedere: Rocca d'Arce, una delle città saturnie; Monte San Giovanni Campano, e più in là Veroli, l'antica Verulae, Isoletta con il ponte sul Liri, il Castello di Arpino, dall'altra sponda del Liri appare l'abitato di Ceprano e, più giù, Roccasecca con l'avito dei conti di Aquino. Si può vedere il Convento di S. Sosio ad appena 2 km,che fu fondato da S.Paolo della Croce 260 anni fa, ospita tra l'altro il Museo Provinciale dei Passionisti di arte sacra e una importante Biblioteca.

Dal belvedere proseguendo la salita che svolta verso sinistra ci troviamo nella piazza della chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore. L'interno, in stile barocco, presenta una serie di cappelle dedicate ai Santi venerati nel paese.

La piazzetta signorile e silenziosa prospiciente la chiesa, con i due bei palazzi Amati e Piccirilli risalenti al X secolo, che si distinguono per due importanti portali restaurati nel XVII sec. e con il vicolo medioevale che si apre davanti, adorno di archi e di logge, offre un quadro davvero suggestivo, Nel palazzo Piccirilli vi era la Corte dei Colonna e vi risiedeva l'erario; oggi il palazzo accuratamente restaurato, presenta un vecchio frantoio per le olive (montano) ben conservato e al piano superiore, si conserva un ambiente che nel periodo del brigantaggio è stato un carcere a disposizione dello Stato Pontificio. Seguendo il vicolo che si apre davanti alla Chiesa, in sensibile e spesso ripido pendio, si percorre a destra la via del Forno Vecchio, così chiamata dal forno dei Colonna ove tutti cittadini erano obbligati a far cuocer il loro pane previo pagamento di una tassa, si rasenta la casa dei Benedetti (1631). Uno di loro divenne arcivescovo. Vicoli e stradine conducono ad una rampa con parapetto che si affaccia sulla Piazza della Porta che alberata, in primavera, assume un aspetto riposante ed invitante. Di fronte il portale meridionale dell'antica città che conserva i cardini con i battenti che a sera impedivano ai malintenzionati e ai briganti di entrare nel sicuro maniero. Sorpassato l'arco siamo subito al Ponte; qui con ogni probabilità, doveva esserci il ponte levatoio che immetteva al castello, il fossato però è del tutto scomparso. Dal bastione dinanzi alla Porta si ammira un bel panorama sulla vallata del Sacco. All'interno del castello sottopassaggi e gallerie ininterrotti costituivano ancora un ulteriore sistema di difesa e di contrattacco. Proseguendo si rasenta una parte delle mura castellane e si continua per la via del Muro Rotto (oggi via Roma) donde si stacca una via che attraversando altre due piccole ma graziose piazzette conduce a Montelungo dove una piccola ma bellissima chiesina di campagna ospita l'immagine venerata della Madonnina appunto di Montelungo. Verso il termine di via Roma troviamo da un lato casa Amati con ripida scala esterna in pietra e a sinistra un torrione del castello già sede dell'ex Comune. Si torna sulla piazza centrale, dove vi è la cappella Amati, edificata nel 1728. Questa cappella faceva parte, fino alla sua demolizione nel 1975, della chiesa di S. Rocco. All'interno della cappella vi è una pala che rappresenta la morte di S. Giuseppe, fra Gesù, la Madonna e gli angeli.

Si tratta dell'unica pala d'altare di Falvaterra, questa pala è un'opera probabilmente giovanile di un noto pittore del tardo-settecentesco, Antonio Cavallucci (Sermoneta, 1752 - Roma, 1795). La produzione di questo pittore è notevole e pregiata. Bella è la storia di questa pala, la sua attribuzione, la committenza ed i rapporti che la legano a Falvaterra. Oggi della grande chiesa che occupava, prima della seconda guerra mondiale tutto il piazzale, resta uno spazio pubblico arredato e circondato da arcate che viene utilizzato come parco giochi e per manifestazioni culturali. Sulla strada che porta fuori dal centro verso la provinciale per Pastena si trova la sede dell'attuale Comune, che elegante nella struttura e negli interni, si affaccia sulla vallata sottostante e gode della panoramica dei monti Ausoni.

Belvedere dalla cima della montagna che sovrasta il paese con la Statua della Madonna Assunta, si raggiunge con un sentiero agevole da dove si gode di un panorama stupendo


Antico forno a legna pane tradizionale, pizza e dolci deliziosi
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carni speciali di produzione propria
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