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11.06.2020

Storia di Falvaterra

Sorgeva Falvaterra nell'estremo lembo della Terra Ciociara, la dove i Monti Lepini digradano verso la vasta ed ubertosa vallata del Liri.
I ruderi che affiorano di poco dal terreno, qualche colonna infranta, qualche capitello e altri frammenti d'antichità sparsi per lungo tratto, testimoniano l'ampiezza dei suoi confini e dimostrano come fosse una delle più grandi ed importanti città della Federazione Volsca.
Strabone, il più illustre geografo dell'antichità, che visse al tempo dell'Imperatore Augusto, la nominò con l'appellativo di "Nobile".

La sua etimologia si deve dedurre senza dubbio da "Fabra", ovvero luogo abitato in massima parte dai fabbri.

Dal fiume Trerus poi (antico nome del Sacco), prese la sua desinenza e si compose di due parole: "Fabra-Teria".

Era quindi un piccolo borgo di artigiani che si tramandavano di padre in figlio l'arte di ricavare dal ferro le opere più utili e più belle.Tutta la contrada doveva quindi risuonare lieta dei colpi dati sulle incudini da quelle braccia vigorose, ben abituate sia alle fatiche della pace che a quelle della guerra.

Col tempo il borgo piano piano crebbe e divenne città, prima dipendente e poi indipendente da Lirio, ed appartenente al popolo degli antichi Osci; successivamente fece parte della confederazione Volsca,

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