Piazza della Porta e Palazzo Benedetti

Piazza della Porta e Palazzo Benedetti

PIAZZA DELLA PORTA

Vicoli e stradine conducono ad una rampa con parapetto che si affaccia sulla Piazza della Porta che alberata, in primavera, assume un aspetto riposante ed invitante.

Di fronte il portale meridionale dell'antica città che conserva i cardini con i battenti che a sera impedivano ai malintenzionati e ai briganti di entrare nel sicuro maniero.

Qui, era il ponte levatoio che immetteva al castello, il fossato però è del tutto scomparso perché riempito

Dal bastione dinanzi la Porta si ammira un bel panorama sulla valle del Sacco.

Qui trovasi il Palazzo Benedetti 1631

Vi nacquero S.E. Giovan Battista Benedetti, Senatore di Roma nel periodo Napoleonico

S.E. Mons. Pietro Benedetti, nato il 19 maggio 1867, arcivescovo di Tiro, delegato apostolico in Messico, Nunzio Apostolico a Cuba e Portorico poliglotta ed educatore nacque da Beniamino e da Anna Maria Tranquilli, morì a Siena il 6 settembre 1930. Ora riposa in ricco sarcofago, nella chiesa delle anime sante del Purgatorio al lungotevere Prati.

Nella casa presso il bastione abitò per più anni il Maestro Domenico Bertoni, nativo di Castel San Giovanni (PC), ma Falvaterrano di elezione, per circa un quarantennio insegnante nelle scuole di Falvaterra

All'interno del castello sottopassaggi e gallerie ininterrotti costituivano ancora un ulteriore sistema di difesa e di contrattacco.

Proseguendo si rasenta una parte delle mura castellane e si continua per la via del Muro Rotto (oggi via Roma) donde si stacca una via che attraversando altre due piccole ma graziose piazzette conduce a Montelungo dove una piccola ma bellissima chiesina di campagna ospita l'immagine venerata della Madonnina appunto di Montelungo. La Chiesetta era Giurispatronato della Famiglia Benedetti che ne promossero la costruzione e ne diventarono "patrono" con il diritto di nominare il sacerdote, cui assicuravano il sostentamento.

Il puro e grande figlio di Falvaterra, l'indimenticabile Monsg. Pietro Benedetti, Arcivescovo di Tiro, l'educatore per antonomasia, rivolgeva i versi appassionati che ci dicevano il suo pianto e il suo rimpianto

Chiesa Madonna di Loreto preso il cimitero

"La sul romito scoglio la chiesola

È muta anch'essa e abbandonata al vento.

Qui pregando dicesti una parola

con l'infuocato bacio, e la rammento.....

"Quando tu sarai grande e missionario,

qui faremo un santuario"

Ecco il santuario, nel feral recinto.

Son colonne e cipressi e sono arcate

i salici piangenti, e il ciel dipinto

di stelle gitta le sue volte aurate:

l'arca à quest'urna

tra croci devote ed io il sacerdote.

Dormi, o Madre, ti culli delle piante

il bisbiglio segreto. Un'iscrizione sul muro

inciderò pel viandante,

di lacrime adornata e di corone

"Passa pregando.... sotto questa via

dorme la Mamma mia"

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